In questa collezione di scatti, Marco Petrino evidenzia impietosamente la ridondanza di comunicazione che coinvolge tutti, a costituire un assordante rumore di fondo, seppur esclusivamente visivo in questo caso, dove, spesso, troppo spesso, ciņ che puņ essere utile o necessario o interessante, si perde in mezzo a migliaia di input diversi.
Le immagini non entrano e non vogliono entrare nel contenuto dei messaggi, ma esclusivamente nella forma con la quale essi appaiono. A vecchie informazioni se ne sovrappongono di nuove, spesso parzialmente, innescando fili logici e cortocircuiti comunicativi inaspettati, sempre inconsapevoli e non necessariamente voluti dagli autori.
Ogni scatto rappresenta un istante definito del messaggio e dell'insieme dei messaggi rappresentati: nessun soggetto č rimasto uguale a se stesso, modificato nel tempo e nel frattempo dalla sovrapposizione di nuovi messaggi. Una rappresentazione, in definitiva, della negazione dei valori del design, portata nel luogo (Torino Design Week 2010) dove esso proclama le proprie missioni e la propria vocazione.
Un "what if" in un mondo che tralasciasse, o peggio ripudiasse, i valori che il design trasmette. Un "what if" che, alla prova dei fatti, spesso č ancora un "this is".
Daniele D'Antonio |